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Parlare di programmi televisivi come “testi” può apparire bizzarro, siamo abituati a usare questo termine in riferimento a opere stampate (classici della letteratura, documenti legislativi o comunque documenti scritti). Si deve alla tradizione semiotica, in particolare alla semiotica del cinema e dell'audiovisivo (seconda metà degli anni Sessanta e anni Settanta), si ricorre alla metafora del “textum” (dal latino tessitura) per indicare una struttura significativa composta di segni che rinviano a dei codici. In questa prospettiva ogni forma di comunicazione avviene attraverso oggetti materiali, produzioni comunicative o testi, rendono possibile la comprensione fra gli esseri umani. Secondo le varie applicazioni della semiotica, testo può essere considerato un film, una performance teatrale, un'opera letteraria, un'immagine fotografica, un brano musicale e naturalmente un programma televisivo. L'attenzione per le forme della testualità ha messo in chiaro le caratteristiche della comunicazione e del prodotto televisivo, sottolineando le differenze con altri media, soprattutto il cinema. La centralità del testo e delle sue strutture ha svolto un importante controcanto nei confronti dello sguardo sociologico, spesso propenso ad adottare una nozione poco problematica del messaggio televisivo. Una parte degli studi è stata accusata di restringere la sua attenzione alla sola dimensione testuale, considerata l'unica rilevante, escludendo ogni spiegazione circa i soggetti e le condizioni della produzione, i modi di lettura e fruizione dei testi da parte dei pubblici e le circostanze storiche, sociali e culturali.

Fondamenti Di Telecomunicazioni

69 pagine ·

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